Qual è l'oggetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 194/2018?
La sentenza della Corte Costituzionale n. 194/2018 che stabilisce il meccanismo di calcolo dell'indennità per il licenziamento ingiustificato.
Con quella sentenza la Corte svolge 2 funzioni:
1) una restrittiva: restringendo il quesito di costituzionalità al meccanismo di determinazione dell'indennità.
2) una estensiva: estendendo la dichiarazione di incostituzionalità alla versione modificata del decreto.
Cosa dichiara di incostituzionale la Corte con la sentenza 194/2018?
La Corte dichiara incostituzionale l'articolo 3,1 del Jobs Act, ossia d.lgs. 23/2015, che stabilisce il meccanismo di calcolo dell'indennità per il licenziamento ingiustificato.
In particolare dichiara illegittima solo la parte dell'articolo 3,1 che fissa l'importo dell'indennità a due mensilità dell'ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR multiplicato per ogni anno di servizio.
Qual è la critica principale della Corte riguardo al meccanismo dell’art 3,1?
Il meccanismo uniforme ex art 3,1 é ritenuto incongruo rispetto alle diverse situazioni personali dei lavoratori, poichè il criterio di anzianità di servizio non bilancia adeguatamente il diritto del lavoro e la libertà di iniziativa economica privata.
Secondo la Corte chi deve determinare l'importo dell'indennità?
L'importo dell'indennità per il licenziamento sarà determinato dal giudice considerando l'anzianità di servizio e altri criteri personali, all'interno dei limiti stabiliti dalla legge, garantendo così una tutela economica ad hoc.
Qual è la funzione prioritaria dell'indennità secondo la Corte?
Risarcitoria
Perché l'articolo 3 in esame contrasta con il principio di uguaglianza costituzionale?
Perché l’art 3 contrasta con il principio di uguaglianza costituzionale in quanto standardizza in modo ingiustificato il calcolo dell'indennità, senza tener conto delle diverse situazioni persinali.
Quali criteri indica la Corte per il cacolo del risarcimento?
I criteri indicati dalla corte che il giudice deve utilizzare per il calcolo der risarcimento sono quelli dell’art.8 l. 604/1966, in particolare:
1) Il numero dipendenti occupati
2) Le dimensioni dell’impresa
3) L’anzianità di servizio
I criteri di calcolo del risarcimento per licenziamento ingiustificato indicari dalla Corte nella sentenza 194/2018 sono vincolanti?
Sì, sono vincolanti perchè il giduce costituzionale li ha aggiunti al dispositivo della sentenza 194/2018.
Secondo la Corte, il risarcimento forfettizzato è contrario alla Costituzione?
No, ma deve essere adeguato, al il principio di ragionevolezza e bilanciamento tra i principi costituzionali (nella senzenza in questione diritto del lavoro e la libertà di iniziativa economica privata)
Cosa prevede la costituzione in materia di limitazioni al risarcimento per danno patrimoniale?
La Costituzione consente limitazioni al risarcimento per il danno patrimoniale, ma richiede l'integralità del risarcimento per il danno non patrimoniale. Perciò, il lavoratore potrà sempre dimostrare l'esistenza del danno non patrimoniale e in tal caso il giudice dovrà disporre un risarcimento aggiuntivo rispetto all'importo dell'indennità.
Secondo la Corte perche l'indennità prevista dall’art 3,1 non adempie alla sua funzione dissuasiva-sanzionatoria?
È inadeguata l’indennitá rispetto alla sua funzione risarcitoria ciò rischia di minare altresì la funzione dissuasiva.
Perche la corte sostiene che l’art 3,1 non realizza un bilanciamento tra diritto fondamentale della persona al lavro e liberá di iniziativa economica?
La norma non realizza un ragionevole bilanciamento tra diritto fondamentale della persona al lavoro e libertà di iniziativa economica perché pregiudica in modo eccessivo l’interesse del lavoratore all'occupazione.
Secondo la Corte l’art 3,1 viola quali norme della Costituzioni?
Art 76
Art 117 in relazione all’art 24 CSE
Secondo l'art 24 CSE, cosa significa risarcimento "congruo"?
È congruo un risarcimento che:
1) garantisce un adeguato ristoro per il concreto pregiudizio “effettivamente” subito dal lavoratore licenziato senza un valido motivo
2) dissuade il datore di lavoro dal licenziare ingiustificatamente
Cosa ha affermato la Corte costituzionale francese riguardo all'indennità basata sull'anzianità del lavoratore licenziato?
Ha ritenuto legittima la norma che lega l'indennizzo al lavoratore licenziato all'anzianità di servizio. Tuttavia, ha ritenuto contrario al principio costituzionale di uguaglianza il criterio delle dimensioni dell'impresa, poiché non è correlato al pregiudizio subito dal lavoratore.
Quale aspetto del rapporto di lavoro è compensato dal risarcimento da licenziamento ingiustificato?
Il risarcimento ha lo scopo di compensare il pregiudizio subito dalla parte lesa nella continuità del rapporto di lavoro, in particolare per la perdita del posto di lavoro. L'importo del risarcimento corrisponde al valore economico del posto di lavoro.
Quali effetti potrebbe avere la sentenza 194/2018 su situazioni del tutto simili?
Visto che i giudici di merito sono investiti di un ampio margine du discrezionalitá, in assenza di criteri predeterminari ex lege, potrebbero originarsi decisioni comportanti risarcimenti diversi per situazioni del tutto simili.
La sentenza 59/2021 quale norma ha dichiarato costituzionalmente illegittima?
Ha dichiarato incostituzionale l'art 18,7 dello St. Lav., così come modificato dalla legge n. 92/2012, nella parte in cui prevede che il giudice, quando accerta la manifesta insussistenza del fatto alla base del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, "può altresì applicare" la disciplina prevista dall'articolo 18, comma 4 dello stesso statuto.
Cosa stabiliva la verione originale dell’art 18,7?
L’art 18,7 era un compromesso tra tutela reintegratoria e tutela indennitaria. La versione originale stabiliva che il "giudice può applicare la tutela reintegratoria attenuata nel caso in cui accerti la manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per giustificato motivo oggettivo".
Qual è la posizione della Corte Costituzionale sulla reintegrazione come forma di tutela per il licenziamento ingiustificato?
La Corte Costituzionale nega un fondamento costituzionale alla reintegrazione come forma di tutela per il licenziamento privo di giustificazione.
Cosa si intende per "fatto insussistente" nel caso del licenziamento economico?
Il "fatto insussistente" nel licenziamento economico indica l'assenza di un giustificato motivo oggettivo (gmo), che comprende riorganizzazione, nesso causale e possibilità di ripescaggio.
In che situazione si applica la tutela reintegratoria?
La manifesta insussistenza del fatto ha natura presuntiva e presuppone una chiara assenza dei presupposti di legittimità del licenziamento.
Cosa si intende per licenziamento pretestuoso?
Il licenziamento pretestuoso è un'azione di recesso basata su una pretesa e apparente ragione giustificatrice ammessa dal sistema, che in seguito risulta totalmente infondata.
Perché l'applicazione di tutele diverse a fronte di una medesima violazione è considerata contraria al principio costituzionale di ragionevolezza ed uguaglianza?
L'applicazione di tutele diverse per una stessa violazione, che non può essere valutata in termini di gravità, viola il principio costituzionale di ragionevolezza ed uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione.
Qual è il carattere del licenziamento pretestuoso e quale é l'effetto del licenziamento pretestuoso secondo la Corte Costituzionale?
Il licenziamento pretestuoso è un uso distorto del potere di licenziare che non acquisisce autonomia concettuale. È considerato nullo e rappresenta una prova molto che porta il giudice a un convincimento intenso.
Secondo la corte é un atto di recesso ingiustificato e arbitrario privo di ragionevolezza.
Che potere ha il giudice nella scelta della tutela reintegratoria o indennitaria?
Il giudice ha giudice il potere di modulare l'importo dell'indennità, calibrandola sul caso concreto. Tuttavia, la discrezionalità del giudice è limitata dalla legge, che stabilisce i parametri entro cui può agire.
Qual è il criterio che limita la discrezionalità del giudice nella scelta della tutela?
La discrezionalità del giudice nella scelta della tutela è limitata dal principio secondo cui:
1) a vizi analoghi devono conseguire tutele uniformi.
2) a vizi diversi devono conseguire tutele diverse e ragionevolmente calibrate.
Qual è la differenza nella tutela tra licenziamento economico e licenziamento disciplinare?
L'insussistenza del fatto nel licenziamento disciplinare prevede una tutela reintegratoria più forte, mentre nel licenziamento economico la tutela reintegratoria è solo facoltativa.
In entrambi i casi, la mancanza della giustificazione rende il licenziamento arbitrario e ingiustificato.
Qual è la critica mossa al criterio dell'anzianità di servizio come base per determinare l'indennità?
Viene criticato il fatto che l'indennità sia determinata unicamente in base all'anzianità di servizio, senza considerare altri fattori. Si sostiene che che sia necessaria una maggiore discrezionalità del giudice.
Quali sono le finalità dell'indennità secondo l'ordinanza romana?
L'indennità non mira a risarcire il lavoratore del danno emergente e del lucro cessante, ma piuttosto a indennizzarlo attribuendogli una somma equivalente al valore del posto di lavoro perduto.
Qual è la critica mossa dall'ordinanza romana riguardo al criterio della dimensione occupazionale dell’impresa?
Sostiene che il numeri di dipendenti non riflette direttamente la sistuazione economico finanziaria dell’impresa, perciò per adeguare l'indennità al caso concreto preferisce il ricorso al criterio delle dimensioni dell'impresa.
Qual è la posizione della Corte di Cassazione in merito alla collocazione sistematica e disciplina del lavoro etero-organizzato?
La Corte di Cassazione ritiene che il lavoro etero-organizzato non costituisca né una mera riaffermazione del lavoro subordinato né un tertium genus tra lavoro subordinato e lavoro autonomo. Essa considera il lavoro etero-organizzato come una nuova figura trans-tipica che si situa interamente nell'area del lavoro autonomo.
Quali sono i tre elementi che contraddistinguono il lavoro etero-organizzato secondo la Corte di Cassazione?
I tre elementi che contraddistinguono il lavoro etero-organizzato secondo la Corte di Cassazione sono:
Etero organizzazione: le prestazioni del lavoratore possono integrarsi con l'organizzazione dell'impresa del committente.
Continuità: il rapporto di lavoro presenta una continuità di fatto.
Personalità: non viene presa posizione dalla Corte di Cassazione su questo elemento.
Secondo la Corte di Cassazione, quale disciplina viene applicata al rapporto di lavoro etero-organizzato quando ricorrono i tre elementi distintivi?
Quando ricorrono i tre elementi distintivi del lavoro etero-organizzato, viene applicata la disciplina propria del rapporto di lavoro subordinato.
Qual è l'obiettivo della Corte di Cassazione riguardo alla collocazione del lavoro etero-organizzato e delle tutele lavoristiche?
L'obiettivo della Corte di Cassazione è quello di realizzare un riequilibrio delle tutele del lavoro, garantendo al lavoratore etero-organizzato la stessa protezione di cui gode il lavoro subordinato in condizione di debolezza economica. Si intende evitare una situazione in cui i contratti collettivi nazionali possano derogare all'intera disciplina a tutela del lavoro subordinato, mettendo in dubbio la legittimità costituzionale dell'articolo 2 del d.lgs. 81/2015.
Quali sono le conclusioni della Corte di Cassazione riguardo alla collocazione del lavoro etero-organizzato e la sua relazione con il lavoro subordinato?
La Corte di Cassazione conclude che il lavoro etero-organizzato, come nel caso dei riders coordinati tramite una piattaforma digitale, non costituisce una subordinazione né una subordinazione attenuata, ma rappresenta un superamento del tipo sociale del lavoro subordinato. La disciplina dei riders viene considerata come parte della disciplina del lavoro subordinato, ma soggetta a una normativa speciale.
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